Da dove è cominciato tutto
Settembre 2022, l’équipe al completo è riunita al CMTF per mettere a punto gli ultimi dettagli… tra poco si parte! Mancano infatti poche settimane all’inizio degli incontri nelle scuole e i conduttori condividono entusiasmo e aspettative, oltre a qualche dubbio last minute. Qualcuno è già proiettato alla fase due, immaginando le opere che proporranno i ragazzi e l’evento finale.
In questo clima di fermento ci fermiamo per un momento a ricordare com’è nato il progetto. I primi passi ci sembrano ormai lontani, ed è bello vedere quanta strada è stata fatta da quell’idea di Marilena Tettamanzi – che poi è stata la scintilla – di fare qualcosa di concreto per gli adolescenti.
Qualche passo indietro e qualche riferimento temporale. Autunno 2020, dopo un’estate di apparente normalità, i contagi risalgono rapidamente, le scuole chiudono quasi subito (le prime a chiudere, le ultime a riaprire, come impareremo sempre più nei mesi a seguire). Eccoci di nuovo nel bel mezzo di una pandemia che speravamo di aver superato, questa volta più stanchi e, se possibile, ancora più incerti sul nostro futuro.
Marilena si (ci) chiede cosa possiamo fare noi, mondo “psi”, per quella fascia della popolazione che più di tutte le altre sembra essere stata abbandonata: gli adolescenti. Cosa staranno provando? Si sentiranno messi da parte, senza voce? Sentiranno che gli stanno rubando un pezzo di vita? Saranno arrabbiati?
Per iniziare a rispondere a queste domande abbiamo condotto una serie di focus group con alcuni adolescenti di Milano che hanno tristemente confermato la nostra ipotesi: tutti parlavano di loro – la DAD, i banchi con le rotelle, i giovani scellerati che non rispettano il coprifuoco, etc. – ma nessuno ha pensato di chiedere a loro cosa pensassero di questa situazione, tantomeno come si sentissero. Ecco, possiamo dire che questo progetto nasce da questo imperativo: ascoltiamoli!
Abbiamo iniziato a pensare a come poter creare degli spazi dove i ragazzi potessero essere i protagonisti, spazi di ascolto e rielaborazione, ma anche di attivazione, per guardare al futuro.
Le continue inversioni di rotta dettate dalla pandemia ci hanno costretto a rivedere più volte il progetto, modificarlo, adattarlo. Il nostro desiderio era riuscire a incontrare i ragazzi fuori da quello schermo che era diventato unica interfaccia con il mondo esterno. Con una buona dose di ottimismo, nell’autunno 2021, abbiamo deciso di costruire un progetto integralmente in presenza, che partisse dall’incontrare i ragazzi in quell’ambiente che gli era stato precluso e di cui ora dovevano riappropriarsi: la scuola. Tre incontri, strutturati come un percorso tra passato, presente e futuro, per permettergli di elaborare e raccontare l’esperienza della pandemia.
Nella primavera 2021 due incontri hanno dato al progetto la linfa necessaria per partire: da un lato la vincita del bilancio partecipato 2021/2022 dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia che, oltre a finanziare il progetto, è stata per noi la conferma di procedere nella giusta direzione; dall’altro la fiducia da parte del liceo Einstein di Milano che ci ha aperto le porte per un ciclo di incontri con una classe pilota.
Da quest’ultima esperienza abbiamo capito che dovevamo, ancora una volta, aggiustare il tiro: i ragazzi erano stufi di parlare di pandemia, volevano parlare d’altro. Abbiamo quindi seguito il nostro principio cardine: li abbiamo ascoltati. È emerso che la nostra percezione era decisamente lontana dalla loro realtà e che problematiche che loro sentivano come urgenti, noi non le avevamo neanche prese in considerazione. Quei pochi incontri sono stati preziosi, abbiamo imparato molto. Soprattutto, abbiamo imparato ad abbandonare le nostre rigidità e a vedere questo progetto come un processo che si co-costruisce con i ragazzi. Processo sempre in divenire, perché si sa, gli adolescenti vanno veloce, dobbiamo tenere il passo!